Sottospecie principali: –O. e. subsp. europaea var. europaea (coltivato) –O. e. subsp. europaea var. sylvestris (oleastro, spontaneo)
Numero cromosomi: 2n = 46
Portamento: albero sempreverde; chioma densa, irregolare, spesso espansa; tronco tortuoso con età.
Longevità: secolare (anche >500 anni); inizia a fruttificare in genere dal 3°–7° anno, piena produzione dall’8°–10°.
Origine, diffusione e storia
Origine: area mediterranea orientale/Levant e Nord Africa; domesticazione antichissima (circa 6–7 millenni fa).
Diffusione odierna: tutto il Mediterraneo, Medio Oriente, California, Cile, Sudafrica, Australia.
Cultura e usi storici: simbolo di pace e sapienza nel mondo greco-romano; oli lampanti, unguenti, alimentazione; ruolo economico e paesaggistico centrale nelle civiltà mediterranee.
Morfologia
Radici: fittonante nei primi anni con ampia rete laterale; molto sensibile ai ristagni.
Fusto e corteccia: legno duro e compatto; corteccia grigio-argentea, fessurata con l’età.
Foglie: opposte, lanceolate, 3–10 cm, consistenza coriacea; pagina superiore verde-grigio, inferiore argentea (tricomi che riducono traspirazione).
Infiorescenze: pannocchie ascellari (maggio–giugno in clima mediterraneo).
Fiori: piccoli, bianco-crema; impollinazione prevalentemente anemofila (vento); autofertilità variabile a seconda della cultivar.
Frutto: drupa (oliva) con epicarpo, polpa ricca di olio e nocciolo legnoso; colori da verde a nero alla maturazione.
Ecologia e clima
Clima ideale: mediterraneo (inverni miti e umidi, estati calde e secche).
Resistenza al freddo: danni a legno e gemme sotto ~-7 °C; rami e branche possono morire sotto ~-10/-12 °C (tolleranza variabile per cultivar/età).
Requisito di freddo (chilling): in genere 200–600 ore <7 °C per una fioritura regolare (dipende dalla cultivar).
Caldo estivo: tollera alte temperature; ondate >40 °C possono ridurre allegagione e favorire cascola.
Vento e salsedine: buona tolleranza; adatto a coste ventose se il suolo drena bene.
Suolo
Tolleranza ampia: cresce da suoli poveri e calcarei a terreni mediamente fertili.
Drenaggio:fondamentale; soffre il ristagno idrico (rischio di marciumi radicali).
Salinità: moderatamente tollerata.
Germogliamento: fine inverno–inizio primavera.
Fioritura: maggio–giugno.
Allegagione e indurimento nocciolo: fine primavera–inizio estate.
Accrescimento polpa e invaiatura: estate–autunno.
Raccolta: da ottobre a gennaio (varia per cultivar e destinazione d’uso).
Impollinazione e compatibilità
Impollinazione: soprattutto vento; insetti secondari.
Autofertilità: da buona (es. alcune linee di ‘Arbequina’, ‘Koroneiki’) a parziale (es. ‘Leccino’ migliora con impollinatori).
Impollinatori comuni: ‘Pendolino’, ‘Frantoio’, ‘Maurino’, spesso usati per incrementare allegagione nei sesti misti.
Distanze fra impollinatori: assicurare vicinanza e fioritura contemporanea.
Coltivazione: impianto e sesti
Esposizione: pieno sole (≥6–8 ore/giorno).
Messa a dimora: autunno in aree miti o fine inverno/inizio primavera dove gela.
Sesto tradizionale: 6×6 m o 7×7 m; intensivo/SHD (siepe): 4×2 m o simili con cultivar compatte (es. ‘Arbequina’, ‘Arbosana’, ‘Koroneiki’), gestione meccanizzata.
Pacciamatura: utile nei primi anni per ridurre competizione idrica ed erbe.
Irrigazione
Tolleranza alla siccità: elevata, ma la resa aumenta con acqua ben gestita.
Giardino: giovani piante — irrigazioni profonde e regolari nella prima estate (1–2 volte/settimana secondo suolo/clima); adulti — adacquature profonde ogni 10–14 giorni in estate siccitosa.
Strategie avanzate:deficit regolato (RDI) dopo indurimento del nocciolo per risparmiare acqua limitando l’impatto su produzione e qualità dell’olio.
Vaso: lasciare asciugare i primi 3–5 cm di substrato tra un’irrigazione e l’altra; ridurre drasticamente in inverno.
Nutrizione e concimazione
Elemento chiave: Azoto (N) per crescita e produzione; eccessi favoriscono vegetazione a scapito dell’allegagione.
Altri nutrienti: Potassio (K) per pezzatura e olio; Fosforo (P) per radici/fioritura; microelementi (Boro, Zinco, Magnesio) — il Boro è cruciale per la fertilità dei fiori: carenze → scarsa allegagione.
Giardino (indicazioni pratiche): – Inizio primavera: concime bilanciato a lenta cessione. – Pre-fioritura: apporto leggero di N + B (fogliare o suolo se necessario). – Estate: K se finalità olio; evitare eccessi tardi per non stimolare germogli teneri prima dell’inverno.
Suolo calcareo: possibili clorosi ferriche → chelati di Fe.
Forme di allevamento e potatura
Forme classiche: vaso, vaso policonico, monocono; SHD: siepe continua.
Obiettivi: illuminare la chioma, rinnovare il legno fruttifero, contenere l’altezza, ridurre l’alternanza di produzione.
Epoca: fine inverno/inizio primavera dopo i freddi principali; potature verdi estive leggere per succhioni.
Principi: eliminare rami secchi/malati, succhioni basali e polloni, sfoltire l’interno mantenendo branche ben spaziate e inclinate ~45°.
Alternanza di produzione: potature regolari e nutrizione equilibrata attenuano il fenomeno.
Propagazione
Talea legnosa/semi-legnosa: metodo più comune per mantenere fedele la cultivar.
Margotta/Air-layering: possibile su rami giovani.
Innesto su oleastro: usato per vigoria/adattamento; innesti a spacco, a corona, a gemma.
Da seme: non fedele alla cultivar; usato per portainnesti o ricerca.
Coltivazione in contenitore (ornamentale o climi freddi)
Contenitore: fondo forato; rinvaso ogni 2–3 anni aumentando di 5–10 cm di diametro.
Luce: pieno sole; evitare interni bui.
Svernamento: proteggere il pane radicale sotto 0 °C (ruote o ricovero in serra fredda/portico luminoso); ventilare per evitare muffe.
Raccolta e destinazione
Per olio: raccolta da invaiatura iniziale a media (epicarpo dal verde al violaceo): migliore equilibrio resa/qualità fenolica.
Per mensa (olive da tavola): raccolta verde (polpa soda) o nera (completamente matura); necessaria deamarizzazione (brine/soda/fermentazione) per rimuovere l’oleuropeina amara.
Post-raccolta: evitare schiacciamenti; per olio, molitura rapida; stoccaggio in inox, assenza di luce/ossigeno, temperature fresche.
Principali avversità (fitosanitarie)
Insetti chiave: – Mosca dell’olivo (Bactrocera oleae): danni alla drupa, calo resa e qualità. – Tignola dell’olivo (Prays oleae): generazioni su foglie/fiori/frutti. – Cocciniglia mezzo grano di pepe (Saissetia oleae): melata → fumaggine. – Psilla dell’olivo (Euphyllura olivina): masse cotonose su germogli/fiori.
Patogeni/fisiopatie: – Occhio di pavone (Spilocaea/ Fusicladium oleaginum): macchie fogliari → defogliazione; prevenzione con potatura arieggiante e rame nei periodi a rischio. – Rogna dell’olivo (Pseudomonas savastanoi): tubercoli su rami; evitare ferite con clima umido, disinfettare attrezzi. – Verticilliosi (Verticillium dahliae): appassimenti; prevenzione con materiale esente, rotazioni, suoli ben drenati. – Antracnosi (Colletotrichum spp.): frutti mummificati, olio difettato in annate umide. – Xylella fastidiosa (complesso del disseccamento rapido): in aree colpite causa disseccamenti; scelta di cultivar relativamente tolleranti (es. ‘Leccino’) e rispetto delle misure fitosanitarie locali.
Gestione integrata (linee generali): monitoraggio trappole/controlli visivi, scelta di cultivar adatte, potatura e igiene colturale, nutrizione equilibrata, lavorazioni che migliorano il drenaggio; interventi mirati (es. caolino/mass-trapping su mosca, Bt su tignola) secondo soglie locali.