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L’Olivo (Olea europaea): guida completa per crescere e mantenere l’albero simbolo del Mediterraneo

Redazione 27 Agosto 2025
ulivo

Identità botanica

  • Famiglia: Oleaceae
  • Genere: Olea
  • Specie: Olea europaea L.
  • Sottospecie principali:
    –
    O. e. subsp. europaea var. europaea (coltivato)
    –O. e. subsp. europaea var. sylvestris (oleastro, spontaneo)
  • Numero cromosomi: 2n = 46
  • Portamento: albero sempreverde; chioma densa, irregolare, spesso espansa; tronco tortuoso con età.
  • Longevità: secolare (anche >500 anni); inizia a fruttificare in genere dal 3°–7° anno, piena produzione dall’8°–10°.

Origine, diffusione e storia

  • Origine: area mediterranea orientale/Levant e Nord Africa; domesticazione antichissima (circa 6–7 millenni fa).
  • Diffusione odierna: tutto il Mediterraneo, Medio Oriente, California, Cile, Sudafrica, Australia.
  • Cultura e usi storici: simbolo di pace e sapienza nel mondo greco-romano; oli lampanti, unguenti, alimentazione; ruolo economico e paesaggistico centrale nelle civiltà mediterranee.

Morfologia

  • Radici: fittonante nei primi anni con ampia rete laterale; molto sensibile ai ristagni.
  • Fusto e corteccia: legno duro e compatto; corteccia grigio-argentea, fessurata con l’età.
  • Foglie: opposte, lanceolate, 3–10 cm, consistenza coriacea; pagina superiore verde-grigio, inferiore argentea (tricomi che riducono traspirazione).
  • Infiorescenze: pannocchie ascellari (maggio–giugno in clima mediterraneo).
  • Fiori: piccoli, bianco-crema; impollinazione prevalentemente anemofila (vento); autofertilità variabile a seconda della cultivar.
  • Frutto: drupa (oliva) con epicarpo, polpa ricca di olio e nocciolo legnoso; colori da verde a nero alla maturazione.

Ecologia e clima

  • Clima ideale: mediterraneo (inverni miti e umidi, estati calde e secche).
  • Resistenza al freddo: danni a legno e gemme sotto ~-7 °C; rami e branche possono morire sotto ~-10/-12 °C (tolleranza variabile per cultivar/età).
  • Requisito di freddo (chilling): in genere 200–600 ore <7 °C per una fioritura regolare (dipende dalla cultivar).
  • Caldo estivo: tollera alte temperature; ondate >40 °C possono ridurre allegagione e favorire cascola.
  • Vento e salsedine: buona tolleranza; adatto a coste ventose se il suolo drena bene.

Suolo

  • Tolleranza ampia: cresce da suoli poveri e calcarei a terreni mediamente fertili.
  • pH: 5,5–8,5 (ottimale leggermente alcalino 7–8,5).
  • Drenaggio: fondamentale; soffre il ristagno idrico (rischio di marciumi radicali).
  • Salinità: moderatamente tollerata.
  • Germogliamento: fine inverno–inizio primavera.
  • Fioritura: maggio–giugno.
  • Allegagione e indurimento nocciolo: fine primavera–inizio estate.
  • Accrescimento polpa e invaiatura: estate–autunno.
  • Raccolta: da ottobre a gennaio (varia per cultivar e destinazione d’uso).

Impollinazione e compatibilità

  • Impollinazione: soprattutto vento; insetti secondari.
  • Autofertilità: da buona (es. alcune linee di ‘Arbequina’, ‘Koroneiki’) a parziale (es. ‘Leccino’ migliora con impollinatori).
  • Impollinatori comuni: ‘Pendolino’, ‘Frantoio’, ‘Maurino’, spesso usati per incrementare allegagione nei sesti misti.
  • Distanze fra impollinatori: assicurare vicinanza e fioritura contemporanea.

Coltivazione: impianto e sesti

  • Esposizione: pieno sole (≥6–8 ore/giorno).
  • Messa a dimora: autunno in aree miti o fine inverno/inizio primavera dove gela.
  • Sesto tradizionale: 6×6 m o 7×7 m; intensivo/SHD (siepe): 4×2 m o simili con cultivar compatte (es. ‘Arbequina’, ‘Arbosana’, ‘Koroneiki’), gestione meccanizzata.
  • Pacciamatura: utile nei primi anni per ridurre competizione idrica ed erbe.

Irrigazione

  • Tolleranza alla siccità: elevata, ma la resa aumenta con acqua ben gestita.
  • Giardino: giovani piante — irrigazioni profonde e regolari nella prima estate (1–2 volte/settimana secondo suolo/clima); adulti — adacquature profonde ogni 10–14 giorni in estate siccitosa.
  • Strategie avanzate: deficit regolato (RDI) dopo indurimento del nocciolo per risparmiare acqua limitando l’impatto su produzione e qualità dell’olio.
  • Vaso: lasciare asciugare i primi 3–5 cm di substrato tra un’irrigazione e l’altra; ridurre drasticamente in inverno.

Nutrizione e concimazione

  • Elemento chiave: Azoto (N) per crescita e produzione; eccessi favoriscono vegetazione a scapito dell’allegagione.
  • Altri nutrienti: Potassio (K) per pezzatura e olio; Fosforo (P) per radici/fioritura; microelementi (Boro, Zinco, Magnesio) — il Boro è cruciale per la fertilità dei fiori: carenze → scarsa allegagione.
  • Giardino (indicazioni pratiche):
    –
    Inizio primavera: concime bilanciato a lenta cessione.
    – Pre-fioritura: apporto leggero di N + B (fogliare o suolo se necessario).
    – Estate: K se finalità olio; evitare eccessi tardi per non stimolare germogli teneri prima dell’inverno.
  • Suolo calcareo: possibili clorosi ferriche → chelati di Fe.

Forme di allevamento e potatura

  • Forme classiche: vaso, vaso policonico, monocono; SHD: siepe continua.
  • Obiettivi: illuminare la chioma, rinnovare il legno fruttifero, contenere l’altezza, ridurre l’alternanza di produzione.
  • Epoca: fine inverno/inizio primavera dopo i freddi principali; potature verdi estive leggere per succhioni.
  • Principi: eliminare rami secchi/malati, succhioni basali e polloni, sfoltire l’interno mantenendo branche ben spaziate e inclinate ~45°.
  • Alternanza di produzione: potature regolari e nutrizione equilibrata attenuano il fenomeno.

Propagazione

  • Talea legnosa/semi-legnosa: metodo più comune per mantenere fedele la cultivar.
  • Margotta/Air-layering: possibile su rami giovani.
  • Innesto su oleastro: usato per vigoria/adattamento; innesti a spacco, a corona, a gemma.
  • Da seme: non fedele alla cultivar; usato per portainnesti o ricerca.

Coltivazione in contenitore (ornamentale o climi freddi)

  • Substrato: molto drenante (es. 40–50% inerti: pomice/perlite/sabbia + 50–60% torba/fibra/compost maturo).
  • Contenitore: fondo forato; rinvaso ogni 2–3 anni aumentando di 5–10 cm di diametro.
  • Luce: pieno sole; evitare interni bui.
  • Svernamento: proteggere il pane radicale sotto 0 °C (ruote o ricovero in serra fredda/portico luminoso); ventilare per evitare muffe.

Raccolta e destinazione

  • Per olio: raccolta da invaiatura iniziale a media (epicarpo dal verde al violaceo): migliore equilibrio resa/qualità fenolica.
  • Per mensa (olive da tavola): raccolta verde (polpa soda) o nera (completamente matura); necessaria deamarizzazione (brine/soda/fermentazione) per rimuovere l’oleuropeina amara.
  • Post-raccolta: evitare schiacciamenti; per olio, molitura rapida; stoccaggio in inox, assenza di luce/ossigeno, temperature fresche.

Principali avversità (fitosanitarie)

  • Insetti chiave:
    –
    Mosca dell’olivo (Bactrocera oleae): danni alla drupa, calo resa e qualità.
    – Tignola dell’olivo (Prays oleae): generazioni su foglie/fiori/frutti.
    – Cocciniglia mezzo grano di pepe (Saissetia oleae): melata → fumaggine.
    – Psilla dell’olivo (Euphyllura olivina): masse cotonose su germogli/fiori.
  • Patogeni/fisiopatie:
    –
    Occhio di pavone (Spilocaea/ Fusicladium oleaginum): macchie fogliari → defogliazione; prevenzione con potatura arieggiante e rame nei periodi a rischio.
    – Rogna dell’olivo (Pseudomonas savastanoi): tubercoli su rami; evitare ferite con clima umido, disinfettare attrezzi.
    – Verticilliosi (Verticillium dahliae): appassimenti; prevenzione con materiale esente, rotazioni, suoli ben drenati.
    – Antracnosi (Colletotrichum spp.): frutti mummificati, olio difettato in annate umide.
    – Xylella fastidiosa (complesso del disseccamento rapido): in aree colpite causa disseccamenti; scelta di cultivar relativamente tolleranti (es. ‘Leccino’) e rispetto delle misure fitosanitarie locali.
  • Gestione integrata (linee generali): monitoraggio trappole/controlli visivi, scelta di cultivar adatte, potatura e igiene colturale, nutrizione equilibrata, lavorazioni che migliorano il drenaggio; interventi mirati (es. caolino/mass-trapping su mosca, Bt su tignola) secondo soglie locali.
Mosca dell’Olivo: (Bactrocera oleae)

Varietà e caratteristiche orientative

  • Per olio (diffuse): ‘Frantoio’, ‘Leccino’, ‘Coratina’, ‘Picual’, ‘Arbequina’, ‘Koroneiki (foto sotto)’, ‘Picholine’.
  • Per mensa: ‘Nocellara del Belice’, ‘Ascolana Tenera’, ‘Manzanilla’, ‘Gordal’.
  • Note utili:
    – 
    ‘Arbequina’, ‘Arbosana’, ‘Koroneiki’ adatte a impianti fitti/siepe.
    – ‘Leccino’ nota per tolleranza relativa a Xylella e buona adattabilità.
    – Autoincompatibilità/autofertilità variano: affiancare impollinatori compatibili aumenta resa.
Koroneiki

Qualità dell’olio: fattori chiave

  • Cultivar → profilo aromatico e contenuto in fenoli.
  • Stadio di maturazione → precocità di raccolta ↑ amaro/piccante e stabilità; tardiva ↑ resa ma ↓ fenoli.
  • Gestione di frangitura → frangitura fine, gramolazione breve e a bassa T° (≤27 °C) per extravergine; rapida separazione e filtrazione/decantazione.
  • Conservazione → inox, buio, fresco, minima ossigenazione.

Sicurezza/usi non alimentari

  • Foglie: ricche di oleuropeina (amaro), usate in tisane/estratti; consultare fonti affidabili per impieghi salutistici.
  • Legno: molto decorativo e durevole (ebanisteria, tornitura).

 

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