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Pittosporum tobira: guida completa alla coltivazione e cura del pittosporo

Redazione 4 Maggio 2025
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Pittosporum tobira, noto comunemente come pittosporo, è una pianta sempreverde appartenente alla famiglia delle Pittosporaceae, originaria della Cina meridionale, Giappone, Taiwan e Corea. Questa specie è particolarmente apprezzata in Italia e in molte altre regioni mediterranee per il suo fogliame lucido, la sua fioritura profumata e la sua elevata resistenza a numerose condizioni ambientali.

Il nome Pittosporum deriva dal greco, dove “pitta” significa pece e “sporos” seme, alludendo alla caratteristica sostanza resinosa che avvolge i semi. Il nome specifico tobira proviene dal giapponese e significa “albero della porta”, una tradizione che prevedeva di appendere rametti di questa pianta agli stipiti delle porte come talismano protettivo. Queste curiosità etimologiche sottolineano l’importanza culturale del pittosporo oltre al suo valore ornamentale.

In natura, il pittosporo può raggiungere altezze fino a dieci metri, mentre in Italia solitamente non supera i tre o quattro metri. Le sue foglie sono persistenti, coriacee, di un verde scuro brillante, di forma obovata e disposte in modo alternato lungo i rami. La fioritura, che inizia in primavera (da marzo a maggio), presenta fiori piccoli e molto profumati con cinque petali, che si aprono bianchi per poi assumere tonalità crema e giallo chiaro raggruppati in infiorescenze a ombrello larghe 5-8 cm.

I frutti del Pittosporum tobira sono piccole capsule verdi che maturando diventano marroni; contengono semi ricoperti da una sostanza appiccicosa simile alla resina. Pur non essendo commestibili né velenosi, questi frutti rappresentano una fonte di cibo per alcuni uccelli come i bulbul, che favoriscono la dispersione dei semi grazie alla loro adesività.

Dal punto di vista colturale, il pittosporo è una pianta di facile gestione e richiede cure minime. È particolarmente indicata per essere coltivata sia in giardini pubblici che privati, grazie alla sua rusticità e alla capacità di sopportare terreni di medio impasto, preferibilmente non troppo calcarei. Il pH ideale varia tra 6,0 e 7,5 con una marcata sensibilità ai ristagni idrici che possono causare problemi di clorosi fogliare, specialmente in suoli a pH fortemente basico.

Il pittosporo tollera molto bene il caldo estivo e il freddo invernale fino a temperature di circa -10 °C. Predilige un’esposizione in pieno sole o in mezz’ombra e si adatta molto bene a condizioni urbane, mostrando una buona resistenza all’inquinamento e alla salsedine nelle zone marine dell’Italia centrale, meridionale e delle isole maggiori come Sardegna e Sicilia.

Per quanto riguarda l’irrigazione, questa deve essere regolare soprattutto in primavera ed estate, favorendo la fioritura e uno sviluppo vegetativo rigoglioso, mentre in inverno è ridotta. La moltiplicazione avviene principalmente tramite semina o talee semi-legnose, permettendo così anche la selezione di varietà variegate o nane, quali la ‘Nanum’, adatta a spazi contenuti, o quella variegata, ideale per vivacizzare angoli ombreggiati e poco luminosi.

In termini di manutenzione, è consigliabile effettuare potature leggere subito dopo la fioritura, riducendo la chioma di circa un terzo per mantenere la forma desiderata senza compromettere le fioriture degli anni successivi. La potatura deve essere moderata, poiché tagli drastici possono indebolire la pianta rendendola più suscettibile a parassiti come la cocciniglia cotonosa, un problema da tenere sotto controllo con tempestività.

Il pittosporo non solo costituisce un elemento ornamentale raffinato grazie al suo fogliame lucido e ai fiori profumati, ma è anche una preziosa risorsa per l’ambiente, attirando api e altri insetti pronubi che contribuiscono alla biodiversità locale. Inoltre, un’adeguata presenza di pittosporo può favorire la produzione di un miele di alta qualità, aggiungendo un valore ecologico e produttivo alle aree verdi in cui viene piantato.

La versatilità di questa pianta è dimostrata dall’ampio utilizzo che ne viene fatto, spaziando dalla formazione di siepi dense e decorative, alla coltivazione come alberello isolato o in vaso. Nei giardini marini italiani, dove la salsedine è spesso una sfida per molte specie, il pittosporo trova un habitat ideale, confermando la sua adattabilità e robustezza. Inoltre, è una scelta frequentemente adottata negli arredi urbani per la sua capacità di sostenere le condizioni climatiche e ambientali difficili.

In conclusione, il Pittosporum tobira rappresenta una pianta ornamentale di grande pregio, capace di coniugare bellezza, profumo e facilità di coltivazione. Che si tratti di un piccolo giardino privato o di un grande spazio pubblico, il pittosporo saprà offrire un contributo estetico unico e duraturo, arricchendo ogni ambiente con la sua presenza elegante e vigorosa.

 

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